Via libera del Parlamento europeo all’Artificial Intelligence Act (AI Act), la prima legislazione al mondo sulla regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale.

Come raccontato nel nostro ultimo articolo sul tema, l’AI Act è un documento storico, volto a scongiurare gli effetti negativi che l’Intelligenza Artificiale potrebbe avere sulla vita dei cittadini europei, dall’altra a sfruttarne il potenziale effetto benefico sulla crescita economica, regolamentandone l’utilizzo.

Incassato il placet del parlamento, l’approvazione definitiva da parte dell’Unione europea sarebbe prevista entro la fine del 2023, per poi entrare in vigore ufficialmente a partire già dai primissimi mesi del 2024.

AI Act: le ultime novità

La grande novità delle ultime ore consiste in sostanza in uno stop ai sistemi di riconoscimento biometrico in tempo reale all’interno di spazi accessibili al pubblico. Uguale sorte tocca ai sistemi di categorizzazione biometrica che utilizzano informazioni “sensibili” come sesso, etnia, orientamento politico o religione, e ai sistemi di controllo di polizia di tipo predittivo (basati, per esempio, sui comportamenti criminali passati).

Sulla stessa linea, arriva una stretta alla raccolta indiscriminata di dati biometrici tramite i social network o attraverso i filmati delle telecamere a circuito chiuso, per creare database di riconoscimento facciale.

Resta, invece, la possibilità di utilizzare sistemi di identificazione biometrica “a posteriori”, ma solo per perseguire gli autori di reati gravi, e comunque solo con l’ok dell’autorità giudiziaria.

Intelligenza Artificiale e diritto d’autore

Confermate le modifiche già votate dai parlamentari europei sul tema dei modelli di Intelligenza Artificiale generativa e del diritto d’autore, come nel caso del famoso Chat GPT o del generatore di immagini Midjourney.

Per questi modelli, sarà obbligatoria la divulgazione pubblica delle opere protette da diritto d’autore utilizzate per l’addestramento del software. Se questa prescrizione dovesse entrare in vigore, potrebbe consentire ai legittimi detentori dei diritti sulle opere “macinate” dai programmi di Intelligenza Artificiale di ottenere un compenso per il contributo dato al loro successo commerciale.

Previsto inoltre l’obbligo di evidenziare se un contenuto è stato generato tramite IA, garantendo così la massima trasparenza per i consumatori/fruitori/utenti.