Avranno “un diavolo per capello” in queste settimane gli abitanti della Tasmania, c’è da scommetterci. Per la prima volta nella storia, infatti, la squadra locale di football entrerà a pieno titolo nella massima competizione di football australiana, la AFL (Australian Football League). Peccato che la formazione “di casa” rischi di ritrovarsi senza nome, senza logo e senza mascotte: insomma, senza un’identità.
Perché? Tutto a causa di una disputa con la Warner Bros. e, in particolare, con i… Looney Tunes, niente meno.

Taz, il Diavolo della Tasmania

Quando si pensa alla Tasmania, isola situata al largo della costa meridionale dell’Australia, viene subito in mente il famigerato “Diavolo della Tasmania”: un piccolo marsupiale noto soprattutto per il suo carattere un po’ riottoso e per le sue acute urla notturne. Un mammifero molto curioso, simile a un piccolo orsacchiotto ma dalla lunga coda, che ha ispirato uno dei personaggi più noti dei Looney Tunes: “Taz, il diavolo Tasmania”, appunto, che come un tornado tutto distrugge (o mangia). Creato da Robert McKimson nei primi Anni ’50 e poi passato un po’ sottotraccia, è ritornato in auge nei primi Anni ’90 con la sitcom animata Tazmania.
Oggi, quindi, “Tasmanian Devil” risulta un marchio registrato dall’americana Warner Bros. Entertainment Inc. per diverse categorie merceologiche, a partire da capi di abbigliamento, giocattoli, attrezzature sportive e materiali stampati, fino ad arrivare alle attrezzature da pesca e persino alla birra.

Il caso: Tasmania Devils vs Warner Bros

Proprio da qui nasce l’impasse che ha creato una situazione da “stallo alla messicana”, in cui i protagonisti sono la Lega AFL, la formazione dei Tasmania Devils e la Warner Bros.

La vicenda è apparsa negli scorsi giorni e ha subito raccolto molto interesse sulla stampa locale e internazionale: Warner Bros. infatti, che detiene i diritti per il personaggio di Taz, avrebbe minacciato una battaglia legale senza esclusione di colpi contro l’utilizzo del nome “Tasmanian Devils” da parte della formazione isolana di football.

Inevitabile il conseguente carosello di titoli, anche clamorosi, da parte dei media, arrivati a infiammare la popolazione e, di conseguenza, anche i più alti livelli del Governo australiano. A partire dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri Penny Wong a una radio locale: “Come la maggior parte degli australiani, sono rimasta piuttosto scioccata nel rendermi conto che “Tassie (abbreviativo di Tasmanian, ndr) Devils” non era un nome su cui avessimo i diritti”.

A specifica domanda, Wong avrebbe dichiarato di aver escluso, almeno per il momento, di chiamare il presidente USA Joe Biden per dirimere la questione, dichiarandosi tuttavia aperta a eventuali ulteriori ricorsi in merito.

I precedenti: diversi Marchi, un unico simbolo

Quando si parla di Marchi, sono diversi i precedenti simili in terra “aussie”. A partire, ovviamente, dal marsupiale simbolo dell’isola, ovvero il canguro. L’animale infatti compare in centinaia di marchi diversi, tra cui quello di Qantas, la compagnia aerea nazionale, così come sul logo “Australian Made, Australian Grown”, che campeggia sugli alimenti e sui capi di abbigliamento prodotti in Australia.

La replica di Warner Bros.

In una breve intervista rilasciata al sito 7News, Warner Bros. ha recentemente dichiarato di aver apprezzato il “riconoscimento e il rispetto dei nostri diritti da parte di AFL”, aggiungendo che “abbiamo contattato la Lega e non vediamo l’ora di trovare una felice soluzione a breve”.

Intanto, dal canto suo la AFL ha già provveduto a depositare due domande di registrazione dei marchiTasmania Devils” e “Tassie Devils” presso IP Australia e lo stesso amministratore delegato della lega, Gillon McLachlan, ha dichiarato di non trovare nulla di male nell’utilizzo di questi termini, aggiungendo con tranquillità che “ci sono persone di larghe vedute alla Warner Bros.”, come riportato anche sulle pagine del New York Times.

Il contesto: il campionato AFL e la Cenerentola Tasmania

La AFL (Australian Football League) è l’unica competizione completamente professionale del football australiano ed è una specie di ossessione per molti nel Paese. Ogni anno, 18 squadre provenienti da cinque dei sei stati australiani si sfidano per una stagione di sei mesi. Per diversi motivi (dal mercato ridotto alle accese divisioni tra Nord e Sud) la Tasmania non aveva mai avuto una sua rappresentanza nel massimo torneo.

Almeno fino alla scorsa settimana, quando l’amministratore delegato della AFL ha annunciato che la 19esima franchigia del campionato sarebbe stata proprio la Tasmania, con la squadra che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo in questo caso) giocare le sue prime partite nel 2028.

Marchio permettendo…