Autore: Davide Anselmi

Articolo pubblicato in Bugnion News n.33 (Marzo 2019)

Da tempo ormai i “device” mobili (smartphone, tablet, ecc.) sono diventati parte integrante della nostra vita. Ad essi sono strettamente correlate le cosiddette “APP” o applicazioni che ci consentono di svolgere moltissime attività:  prenotare un aereo, conoscere il ritardo di un treno, verificare la disponibilità di hotel, eseguire un bonifico, e tanto altro ancora. Ma come si possono tutelare in modo facile?

Un’APP è, per definizione, un’applicazione software progettata per interagire con dati e strumenti hardware su cui è installata. Nella pratica le APP si contraddistinguono per essere particolarmente “user friendly” e per fornire all’utente un’interfaccia semplice da usare e, molto spesso, esteticamente gradevole.

Pertanto, nel mondo odierno dove le APP sono facili da immaginare da parte di chiunque abbia un’idea di risolvere un problema pratico tramite software, spesso ci si rivolge ai consulenti brevettuali per proteggere la propria applicazione o idea di applicazione.

Come noto nel nostro settore, vi sono diverse strade per proteggere un’applicazione software: depositare un brevetto, tutelare l’estetica tramite un design, registrare un logo, …

Generalmente, la scelta del brevetto (se percorribile) è quella che, nel maggior numero di casi, porta ad una protezione più forte della soluzione di base dal momento che la tutela è incentrata sulle azioni che esegue il software indipendentemente dall’interfaccia grafica utilizzata.

Questa è la strada che ha scelto il Sig. Francesco Scandale (cliente di Bugnion) per proteggere la propria APP nata dall’idea di salvaguardare la collettività da attentati terroristici e altre calamità o incidenti che spesso interessano il nostro Paese.

Grazie al sistema, ora brevettato, i cittadini interessati dall’emergenza vengono facilmente individuati tramite il localizzatore GPS dello smartphone e quindi immediatamente messi a conoscenza dell’evolversi del pericolo in essere e delle indicazioni da intraprendere per la loro salvaguardia personale, delle coordinate precise del  luogo dove si sta consumando la tragedia e comunque guidati continuamente fino a quando il problema continua a  persistere e  non viene completamente risolto con successo. Inoltre, sul dispositivo (telefonino, tablet, …), sono messi a disposizione una serie di immagini che spiegano e ci aiutano a capire cosa fare praticamente in caso di malessere improvviso o trauma fisico provocato dall’inconveniente  nell’attesa dell’arrivo di soccorsi qualificati.

Tuttavia, va notato che il brevetto non è sempre la scelta più adatta e rapida per proteggere un’APP dal momento che i contenuti vengono esaminati dall’EPO (European Patent Office) e confrontati con qualsiasi altro software similare (non necessariamente un’applicazione). Tale processo porta spesso a temporanee bocciature della domanda di brevetto, a modifiche e a conseguenti prolungamenti delle tempistiche (in contrasto con le rapide evoluzioni software) nonché all’aggiunta di costi successivi al deposito.

In altre parole, la scelta del brevetto è una strada in salita e non sempre porta alla protezione sperata.

E’ per tali ragioni che, di fronte ad una nuova APP è bene considerare anche altre forme di tutela come, ad esempio, il Design Industriale o il Marchio, specialmente nel caso in cui ci sia un sentore che la soluzione sia brevettualmente “poco innovativa”.

In particolare, qui ci si sofferma sul Design, che spesso è uno strumento sottovalutato,  ma che assume molta rilevanza in un settore in cui la forma esteriore dell’APP la fa da padrone. Con il termine “forma esteriore” si intendono infatti le schermate, il caratteristico layout delle pagine, la combinazione di colori, le icone ideate, ecc. . In pratica, per il design è sufficiente depositare uno o più di tali elementi e la registrazione viene effettuata nel giro di qualche giorno.

Tale tipologia di protezione consente di avere una tutela sull’estetica, che solitamente è molto rilevante per le APP, in tempi rapidi (non è previsto un esame di merito a livello italiano e comunitario) e con una durata prorogabile fino a 25 anni (quindi maggiore del brevetto).

Nell’ottica della contraffazione, si tenga in considerazione che un potenziale concorrente per bypassare un design, dovrebbe comunque attrezzarsi per realizzare un’interfaccia differente (sostanzialmente una nuova APP), immaginarla, sostenerne i costi di implementazione (spesso alti), perdendo del tempo “commercialmente” utile.

In conclusione, si invitano i nuovi inventori di APP ad essere distintivi nella grafica per favorire anche le forme di tutela alternative al brevetto talvolta più efficaci.

© BUGNION S.p.A. – Marzo 2019