Autore: Andrea Delbarba

Si è molto discusso di brevetti per la tecnologia CRISPR, e molta attenzione è stata dedicata dalla stampa di settore alla decisione presa il 16 gennaio 2020 dal Board of Appeal dell’EPO di revocare definitivamente il brevetto EP2771468 del Broad Institute riguardante la tecnologia CRISPR.

Ma cos’è il CRISPR?

Il complesso CRISPR (spiegare il senso di questo acronimo ci porterebbe fuori strada, per ora basti sapere che la pronuncia corretta è “crisper”) è stato paragonato a un coltellino svizzero multifunzione, dotato di bussola per individuare il punto giusto, di una morsa per afferrare il DNA e di cesoie per recidere. Una volta tagliato, il DNA viene aggiustato dai naturali meccanismi di riparazione della cellula.

Quanto appena spiegato si chiama “editing del genoma”, ovvero un intervento di precisione che consente la correzione mirata di una sequenza di DNA. Per effettuarlo si usano delle proteine della classe delle nucleasi, che assomigliano a delle forbici molecolari e sono capaci di tagliare il DNA nel punto desiderato. Per indirizzarla verso il bersaglio prescelto, una proteina chiamata Cas9 deve essere equipaggiata con una “guida”. Si tratta di una breve sequenza di RNA (complementare a quella del sito che si vuole tagliare sul DNA) e funziona come un sistema di posizionamento.

Perché è così importante il CRISPR?

Il CRISPR si sta rivelando prezioso per la ricerca di base, perché consente di indagare, ad esempio, le basi molecolari delle malattie genetiche. Poiché il sistema funziona in tutti gli organismi – dai batteri, alle piante, all’uomo – le possibili applicazioni appaiono quasi illimitate.

Tra le aree di ricerca più promettenti in biomedicina ci sono lo sviluppo di nuovi farmaci, le terapie geniche e cellulari, gli xenotrapianti, il controllo delle malattie trasmesse dagli insetti. Gli scienziati, per ora, scoraggiano il cosiddetto editing della linea germinale, ovvero la correzione dei geni difettosi negli embrioni umani, perché l’intervento sarebbe ereditato dalle generazioni successive.

Molte le possibili applicazioni in campo agroalimentare, ad esempio per rendere le piante più resistenti agli stress senza modificarne gusto e qualità nutrizionali. In campo industriale, infine, si spera che l’editing genomico favorisca lo sviluppo di prodotti utili come una nuova classe di biocombustibili. Le diverse applicazioni comportano vantaggi, rischi e considerazioni etiche differenti, perciò andrebbero valutate separatamente, caso per caso.

La questione brevettuale in Europa

Stabilire la paternità di CRISPR è una decisione che avrà conseguenze importanti tra cui gli enormi ricavi garantiti dallo sfruttamento commerciale della scoperta: nel momento in cui la ricerca porterà allo sviluppo di prodotti da mettere sul mercato, allora i diritti di proprietà intellettuale diventeranno un serio problema.

A contendersi ormai da anni i diritti sulla tecnologia CRISPR sono (principalmente) i ricercatori del Broad Institute del Mit e della University of California di Berkeley. Negli Stati Uniti la disputa brevettuale si protrae ormai da anni (Potete vedere il precedente articolo sul nostro blog: https://www.bugnion.eu/it/in-quanti-si-gioca-a-crispr/)

In Europa siamo solo alle prime battute, infatti è di poche settimane fa la decisione del Board of Appeal dell’EPO di rigettare l’appello contro la revoca del brevetto EP2771468 (T844/18).

La revoca del brevetto del Broad Institute è stata disposta dalla Divisione di Opposizione poiché questa rilevava l’invalidità del diritto di priorità rivendicato relativamente a quattro domande di priorità (tra cui la prima e la seconda) tra le dodici rivendicate nel brevetto.

Il motivo dell’invalidità risiede nel fatto che il Broad Institute, titolare della domanda PCT che generava la domanda europea, non risulta beneficiario della cessione dei diritti di priorità sulle quattro priorità in oggetto da parte di tutti i titolari delle stesse domande di priorità come previsto dalla legge.

Durante l’iter del brevetto europeo del Broad Institute emergeva che non tutti i titolari delle priorità elencate nella domanda avevano ceduto il proprio diritto al Broad Institute, richiedente della domanda PCT.

In assenza di una regolare cessione dei diritti di priorità, l’EPO non ha riconosciuto la validità della prima e della seconda priorità rivendicate nel brevetto europeo. Di conseguenza la data rilevante del brevetto è risultata essere la data della terza domanda prioritaria, ovvero il 30 gennaio 2013.

Pertanto, ai fini della valutazione della novità sono stati considerati come arte anteriore anche degli articoli di letteratura relativi all’invenzione stessa e pubblicati dagli stessi titolari della domanda di priorità nel periodo intercorso tra la data della prima e la data della terza priorità.

Ma la battaglia per i brevetti riguardanti CRISPR è solo all’inizio…