Autore: Fulvio Miraglia

Articolo pubblicato su Il Progettista Industriale (Luglio 2021)

Nell’economia contemporanea i prodotti e i processi industriali si basano progressivamente su beni immateriali, generati dall’attività creativa e inventiva umana o legati al patrimonio di conoscenze delle persone, e potenzialmente tutelabili attraverso i diritti di Proprietà Intellettuale (DPI), come brevetti, marchi, disegni e modelli, diritti d’autore e segreto industriale.
Il crescente ruolo degli asset immateriali nel sistema economico mondiale è confermato dai dati riportati dalla Commissione europea nel suo recente IP Action Plan secondo il quale negli ultimi due decenni il volume degli investimenti annuali in proprietà intellettuale è aumentato in Europa dell’87% a fronte di un incremento del solo 30% per investimenti in beni materiali (non residenziali). Una ulteriore conferma viene dal recente studio condotto dalla società statunitense Ocean Tomo secondo il quale il valore del mercato dei beni intangibili è dal 1995 ad oggi costantemente cresciuto, arrivando a rappresentare nel 2020 il 90% degli asset totali nello S&P500 index .

La diffusione di una maggiore consapevolezza sull’importanza strategica della Proprietà Intellettuale come risorsa chiave per poter competere a livello mondiale viene avvalorata anche dal numero di domande di registrazione di Proprietà Intellettuale in aumento in tutto il mondo, EU inclusa. Stime riportate nell’IP Action Plan attestano l’aumento tra il 2010 e il 2019 del numero di brevetti concessi in Europa, che passa all’incirca da 58.000 a 137.000. Tra il 2016 e il 2019 il numero di domande di brevetto presentate all’European Patent Office è aumentato da 159.000 a 180.000, con una leggera flessione, pari allo 0,7%, nel 2020 e verosimilmente da imputare all’impatto della crisi pandemica.
Osservando il sistema Italia nel corso del 2020 si è registrato un significativo incremento delle domande di brevetto nazionale depositate presso l’UIBM e un leggero aumento delle domande depositate presso l’EPO che conferma il trend in crescita già rilevato negli anni precedenti.

Il valore della Proprietà Intellettuale la sfida dell’access to finance
Nonostante le PMI rappresentino la spina dorsale dell’economia europea, contribuendo al 57% del PIL dell’UE, una larga parte di questo contributo viene generato da una piccola fetta di PMI rappresentata dalle cosiddette imprese ad alto potenziale di crescita o High Growth Firms, aziende caratterizzate da un tasso medio di crescita pari o superiore al 20% per un triennio.
Da uno studio recente pubblicato dall’Ufficio Europeo dei Brevetti (UEB) e dall’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (EUIPO) dal titolo «High-growth firms and intellectual property rights», emerge che le piccole e medie imprese (PMI) che investono in brevetti, marchi o disegni hanno una maggiore probabilità di sperimentare una crescita elevata rispetto alle PMI che non operano in tale direzione.
Difatti, lo studio congiunto mostra che le PMI che depositano almeno un diritto di Proprietà Intellettuale hanno il 21% di probabilità in più di sperimentare un successivo periodo di crescita, e il 10% in più di diventare una High-growth firm.
Ad ulteriore conferma dell’evidente nesso tra l’adozione di una concreta strategia IP e le probabilità di crescita di una azienda, la ricerca mostra che le possibilità che le PMI diventino imprese ad alto potenziale di crescita raggiungono il 33% se l’investimento in proprietà intellettuale genera «fasci» di marchi, brevetti, disegni e modelli anziché limitarsi a una singola categoria. Tuttavia, nonostante oggi i beni immateriali rientrino tra gli asset principali e potenzialmente più strategici per una azienda, sono ancora troppo poche le PMI che riescono a beneficiare dalla Proprietà Intellettuale quando cercano di accedere a finanziamenti.

Secondo il quadro di valutazione delle PMI pubblicato dall’EUIPO nel 2019, solo il 13% delle PMI titolari di diritti di Proprietà Intellettuale ha tentato di ottenere finanziamenti utilizzando i propri beni immateriali: il 9% con esito positivo e il 4% con esito negativo. Ciò è dovuta da una parte alla insufficiente capacità delle PMI di adottare strategie adeguate in materia di Proprietà Intellettuale che contribuirebbero a valorizzare il loro capitale immateriale, e dall’altra a una costante riluttanza da parte delle banche e i fondi di capitale di rischio a fornire finanziamenti facendo affidamento sui beni di Proprietà Intellettuale.
Tale tema è stato particolarmente attenzionato dalla Commissione Europea che nel recente IP Action Plan lo ha incluso tra le future sfida da affrontare.
Difatti nell’IP Action Plan la Commissione si impegna a discutere con la comunità finanziaria su come tenere in maggiore considerazione il patrimonio intellettuale delle PMI e valuterà come migliorare l’uso delle garanzie a sostegno delle PMI ad elevata propensione alla Proprietà Intellettuale.

Il progetto LeadershIP4SMEs: un ambizioso contributo alla crescita dell’economia innovativa europea

Negli ultimi anni abbiamo assistito a una crescente sensibilità da parte delle istituzioni europee verso il tema della Proprietà Industriale e Intellettuale (PI), con il susseguirsi di svariate iniziative rivolte a sensibilizzare le PMI sul ruolo determinante e sul corretto utilizzo della Proprietà intellettuale. Tra queste iniziative, diverse azioni di supporto concreto, come i progetti finanziati dalla Commissione Europea: IP4SME o IPBooster a cui oggi si aggiunge il nuovo Progetto “Leveraging the Emergence of Advanced Debt and Equity Risk- financing Solutions for the Hypergrowth of IP-driven
SMEs & start-ups“ (LEADERSHIP4SME).
LEADERSHIP4SMEs è un’iniziativa ambiziosa, finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del Programma Research and Innovation di Horizon2020 che intende sviluppare e testare un programma che consenta alle Startup e alle PMI innovative europee di sfruttare in modo efficiente la loro proprietà intellettuale a servizio dell’espansione aziendale, attraverso l’accesso a opportunità di finanziamento adeguate e correlate alla loro strategia aziendale.
Il progetto, affidato a un consorzio di 8 partner internazionali tra cui 2 aziende italiane – Bugnion e Innova – vuole sensibilizzare e modificare la percezione sul ruolo dei Diritti di Proprietà Intellettuale sia dei gruppi target – PMI e Startup innovative – che degli investitori e intermediari finanziari al fine di facilitare l’accesso a finanziamenti idonei ad accelerare la crescita superando le asimmetrie informative.

Bugnion partecipa al progetto mettendo a disposizione la sua esperienza cinquantennale e internazionale a fianco di oltre 8000 aziende sui temi della Proprietà Intellettuale. Nello specifico di questo progetto contribuirà, insieme ad Innova, a ideare e testare le metodologie per assistere le Start-Up e PMI innovative nello sviluppo e implementazione di una corretta strategia di Proprietà Intellettuale in grado di facilitare l’accesso ai finanziamenti e la raccolta di capitali. Durante il biennio del progetto, al fine di testare e validare le metodologie e gli strumenti sviluppati, verranno selezionate tramite 2 bandi aperti 15 PMI e 15 Startup innovative europee che saranno assistite gratuitamente nello sviluppo di una corretta strategia di Proprietà Intellettuale orientata alla raccolta di capitali, all’accesso ai finanziamenti e alla generazione di opportunità di business e crescita.


L’iniziativa si inquadra perfettamente negli obiettivi espressi dalla Commissione Europea nel l’IP Action Plan contribuendo alla creazione di una Europa in grado di valorizzare significativamente le conoscenze che le nostre imprese creano, sviluppano e condividono, aiutandole a gestire tali fondamentali risorse in modo più attivo e agevolando un migliore accesso ai finanziamenti.

Luglio 2021