Articolo pubblicato in Bugnion News n.41 (Aprile 2020) – Ascolta la versione Audio

Lo abbiamo chiesto direttamente alla Officina Trasformazione Italia S.r.l. (OTITALIA), meglio conosciuta con il nome del suo brand TURCI, fino ad oggi e da oltre 100 anni, associato indissolubilmente alle spezie fresche e conservate, che troviamo tanto nelle drogherie che nella grande distribuzione anche in forme originali quali le spezie spray. Sì, perché tradizione e innovazione hanno sempre caratterizzato questa azienda familiare arrivata alla quarta generazione e da poco trasferitasi in uno stabilimento nuovo di zecca a San Miniato, in provincia di Pisa. Ed è proprio il più giovane della famiglia a risponderci, Ruben Turci.

Come è nata l’idea della produzione di disinfettanti e mascherine a una società che produce spezie?

Il tutto è iniziato con l’acquisto spot di un liquido igienizzante-mani, che aveva come scopo l’utilizzo interno, per le famiglie dei nostri dipendenti e dei collaboratori stretti. In seguito, abbiamo donato parte di quel prodotto alle associazioni vicine a noi, tramite il supporto del Comune di San Miniato. Siamo una realtà che da poco si è trasferita in questo comune, tra l’altro in uno stabilimento storico per tutte le famiglie del circondario. Ci è sembrato doveroso dare una risposta concreta ed immediata alle necessità attuali. Dopo la prima donazione abbiamo subito capito che quanto distribuito non era sufficiente, il gap tra domanda e offerta era enorme. Ci siamo quindi attivati per riuscire ad avere maggiori quantità dell’igienizzante-mani. La soluzione più immediata è stata quella di collaborare con fornitori storici, ma poi abbiamo coinvolto il nostro laboratorio R&S e il nostro ufficio Qualità per produrre l’igienizzante internamente, che abbiamo chiamato SPRAIGEN.

La richiesta delle mascherine è arrivata di pari passo con l’inizio delle prime forniture di SPRAIGEN; non essendo il nostro settore abbiamo contattato un’azienda del settore tessile, la Perseo Srl di Leonardo Rizzo di Firenze, offrendo il nostro supporto tecnico e finanziario. L’abbiamo aiutata nella selezione del materiale, nella scelta dei laboratori di analisi, nell’implementazione delle procedure di qualità richieste per la conversione e per la produzione in scala dei dispositivi, e nell’acquisto di grosse partite di TNT, prodotto attualmente molto richiesto sul mercato e di conseguenza il suo prezzo e le tempistiche di pagamento si sono “inasprite” a tal punto da rendere difficile ad una realtà non strutturata di procedere con un primo acquisto.

Adesso abbiamo tessuto per circa 600.000 mascherine, ma siamo in attesa del via libera dell’ISS [Istituto Superiore della Sanità] per poter procedere con la distribuzione.

Tutte queste parole possono far pensare che sia passato un enorme lasso di tempo per realizzare il progetto, ma per darle un’idea, la linea SPRAIGEN è stata lanciata in meno di 5 giorni, giorni nei quali abbiamo sviluppato il prodotto, dalla ricerca delle materie prime, alla gestione dei flussi di qualità, ottenuto le autorizzazioni, ideato il packaging e infine distribuite le confezioni.

Quantitativi previsti?

Abbiamo in previsione attuale circa ulteriori 500.000 confezioni di SPRAIGEN, di cui evase già 200.000 ma è difficile darle un dato definitivo, faremo del nostro meglio per continuare a supportare le richieste. Per le mascherine abbiamo in programma di produrne e donarne 20.000-30.000.

A chi sono destinati igienizzanti e mascherine?

Parte del prodotto è destinato a donazioni. Abbiamo ricevuto richieste da molti enti pubblici e associazioni, RSA, Polizia di Stato, Protezione Civile, Misericordia, e dai Comuni, primo fra tutti il Comune di San Miniato. Al Comune di Fucecchio abbiamo dato quasi mille bottiglie omaggio di SPRAIGEN da donare ai meno abbienti. La restante parte è stata offerta ai nostri clienti storici come supporto in questo periodo d’emergenza. L’azienda che ci ha seguito per la qualità, lo studio Parentini Zega Bertelli della provincia di Pisa non ha voluto essere pagata e ci ha chiesto una fornitura di bottiglie di disinfettante e di mascherine da donare a sua volta ai comuni di appartenenza.

Che tempi prevedete per la consegna?

Lo SPRAIGEN è già in consegna da 2 settimane, per le mascherine i tempi burocratici, nonostante gli sforzi, sono lunghi, abbiamo il materiale in casa, e inizieremo a distribuirle non appena avremo il via libera dell’ISS.

È stato semplice a livello pratico operare una riconversione parziale dello stabilimento e dei dipendenti?

La riconversione dell’azienda è stata complessa ma siamo riusciti a farla in tempi rapidi grazie al supporto dei consulenti esterni. Abbiamo dedicato al progetto una linea produttiva e il 30% del nostro organico.

Quali autorizzazioni sono state necessarie?

Avevamo già le autorizzazioni per l’igienizzante spray perché siamo già in regola per la produzione di cosmetici, quindi abbiamo dovuto solo adeguare le procedure di qualità interne. Per le mascherine invece i test per l’ottenimento della certificazione CE possono durare anche 8 settimane, mentre l’ISS può concedere, con procedura semplificata, un’autorizzazione temporanea di tre mesi per vendere o donare mascherine alle aziende che hanno una struttura qualitativa organizzata.

Ci sono incentivi statali per fare una tale riconversione?

Ci risulta che i 50 milioni stanziati nel decreto CuraItalia si siano esauriti subito e che in pochi giorni siano stati già richiesti 180 milioni. Quindi per adesso il nostro progetto è tutto autofinanziato.

Come hanno accolto l’idea i vostri dipendenti?

Abbiamo fatto una riunione con tutti, spiegando che volevamo passare dalla produzione di condimenti “che migliorano la vita” alla produzione di dispositivi che “salvano la vita” e tutti si sono resi immediatamente disponibili. Ovviamente garantiamo l’applicazione di tutte le misure di sicurezza previste per i lavoratori dai DPCM.

© BUGNION S.p.A. – Aprile 2020