Autore: Stefano Ferro

Articolo pubblicato in Bugnion News n.15 (marzo 2016)

Una notizia di cui si è molto parlato in questo inizio 2016 è la ricomparsa nelle librerie tedesche del manifesto dell’ideologia nazista, quel “Mein Kampf” scritto da Hitler in carcere dopo il fallito putsch di Monaco e pubblicato per la prima volta nel 1925. La pubblicazione del libro era stata interrotta nel 1945, anno della morte di Hitler e della fine del regime.

I diritti patrimoniali d’autore (che comprendono il diritto di riprodurre l’opera, di eseguirla in pubblico, di distribuirla, ecc.) durano per tutta la vita dell’autore dell’opera e fino al termine del settantesimo anno solare dalla morte dello stesso. Nel caso di Mein Kampf, quindi, i diritti patrimoniali sono scaduti il 31 dicembre 2015 e con l’inizio dell’anno 2016 l’opera è caduta in pubblico dominio. Nei settant’anni successivi alla morte di Hitler i diritti patrimoniali d’autore sul libro sono stati attribuiti al Ministero delle Finanze del Land della Baviera (considerata competente per territorio, dato che Hitler aveva sempre mantenuto la residenza a Monaco), che ha scelto di non effettuare alcuna pubblicazione al fine di evitare la diffusione dell’ideologia nazista attraverso quel testo.

Il caso presenta diversi elementi che lo rendono unico, e certamente lontano da una normale gestione dei diritti patrimoniali d’autore su un’opera. La stessa attribuzione dei diritti al Land della Baviera fu decisa dalle potenze occupanti al momento della fine della guerra, ed è rimasta effettiva in assenza di contestazioni. Inoltre i diritti patrimoniali d’autore, in condizioni normali, si trasmettono agli eredi mentre nel caso di specie nessuno degli eredi di Hitler ha voluto, per evidenti motivi di opportunità, contestare una decisione che pure si configurava come eccezionale.

In teoria, quindi, chiunque è ora autorizzato a pubblicare il Mein Kampf sul territorio tedesco. In pratica la pubblicazione che ha avuto luogo l’8 gennaio ha a sua volta caratteristiche sui generis, dato che si tratta di un’edizione curata dall’Istituto di Storia Contemporanea di Monaco, accompagnata da circa 3.700 note critiche che hanno l’obiettivo di smontare le teorie contenute nel testo, facendo notare la loro irricevibilità alla luce dei valori di riferimento della nostra società. Al momento non si ha notizia di iniziative in ambito tedesco da parte di altri soggetti, e si riscontra il “sold-out” della prima pubblicazione, grazie anche alla tiratura limitata (solo 4.000 copie) e nonostante il costo per copia (59 Euro). Fino al 2015 al di fuori della Germania, comunque, il libro “incriminato” ha continuato a circolare normalmente, e sul Web era disponibile una traduzione in tedesco dell’intero testo dell’opera.

© BUGNION S.p.A. – Marzo 2016