I prodotti alimentari italiani sono considerati in Brasile prodotti di qualità e la loro importazione è cresciuta considerevolmente negli ultimi anni grazie all’aumento del potere di acquisto dei consumatori.
In passato, gli Esaminatori dell’INPI (l’Ufficio Marchi e Brevetti Brasiliano) concessero molte registrazioni come marchio individuale d’impresa a società Brasiliane per località e D.O.C. italiane quali ad esempio: TRENTINO, MARSALA, MONFERRATO, NEBBIOLO, FRANCIACORTA, SAN GIMINIANO, VERNACCIA, SOAVE, VALPOLICELLA ed altri ancora.

Date le restrizioni alle importazioni esistenti fino al 1991, la circostanza non suscitò preoccupazioni o reazioni né da parte dei privati (Consorzi) né a livello governativo italiano. Quando, invece, i prodotti italiani di qualità (soprattutto vini, salumi e formaggi) iniziarono a riscontrare la sperabile accoglienza sul mercato locale, la situazione sopra descritta si palesò nella sua gravità.

Ciò nonostante, la perdurante inerzia da parte dei Consorzi italiani interessati e il crescente interesse commerciale dei prodotti DOC hanno recentemente stimolato altri tentativi di appropriazione come marchio di nomi corrispondenti a D.O.C. (per esempio PECORINO, GRANA PADANO, PARMA, PIAVE, TOSCANO, BARDOLINO, LAMBRUSCO, ASTI), dando origine a dispendiosi contenziosi con i distributori locali e turbando l’importazione dei prodotti italiani.

Attualmente, in Brasile è previsto il riconoscimento delle D.O.C. estere, tramite l’iscrizione delle stesse in un apposito elenco, previo deposito della copia e relativa traduzione del Decreto costitutivo, del Disciplinare di Produzione e dello Statuto del Consorzio richiedente.
In tal caso non sarà più necessario presentare formale opposizione contro eventuali tentativi di registrazioni come marchio delle D.O.C. italiane (se inserite in elenco).
Infatti, il riconoscimento a seguito dell’iscrizione nel registro brasiliano delle D.O.C., assicura la perenne ed automatica tutela d’ufficio delle stesse da parte dell’INPI.

Oltre alla specifica tutela delle D.O.C., i Consorzi possono ottenere anche la normale registrazione come marchio collettivo dei segni usati per identificare il Consorzio stesso ad uso esclusivo dei rispettivi consociati e ciò costituisce un ulteriore ostacolo per contrastare le azioni di concorrenti sleali in loco.

© BUGNION S.p.A. – Gennaio 2015