Autore: Davide Anselmi

Articolo pubblicato in Bugnion News n.36 (Settembre 2019)

Con l’ultima decisione del 14 Agosto 2019, la Corte di Cassazione di Roma ha ribaltato la precedente sentenza della Corte d’Appello a favore di Autostrade per l’Italia. Ma la saga non è ancora finita perché la sentenza impugnata è solo rinviata alla Corte d’Appello in diversa composizione che dovrà finalmente pronunciarsi in merito alla contestata contraffazione del brevetto della Craft Srl tenendo conto della enunciata definizione di contraffazione per equivalenti.

Ci siamo occupati dell’argomento in questione nei nostri precedenti articoli (settembre 2018 e maggio 2018) e in cui era stata presentata la vicenda che ha coinvolto il Sig. Romolo Donnini della Craft Srl contro il colosso delle autostrade.

L’ultimo capitolo, risalente al 2018, decretava la “vittoria provvisoria” di Craft condannando Autostrade per l’Italia al risarcimento dei danni per contraffazione del brevetto di Donnini.

In seguito, Autostrade per l’Italia impugnava tale sentenza davanti alla Corte di Cassazione apportando otto motivi di ricorso. Analogamente Craft presentava un controricorso con altre motivazioni di supporto.

In particolare, l’argomento di discussione principale riguardava il fatto che la decisione emessa dalla Corte d’Appello era basata su una presunta contraffazione per equivalenti dal momento che il sistema utilizzato da Autostrade per l’Italia non utilizzava un “illuminatore a raggi infrarossi” (rivendicato nel brevetto Craft), bensì un sistema di rilevamento a spire induttive disposte sotto al manto stradale.

Chiariamo meglio questo aspetto tecnico. Il brevetto Craft prevedeva l’utilizzo di un illuminatore a raggi infrarossi atto ad illuminare tergalmente i veicoli transitanti. Il sistema comprendeva inoltre anche le note telecamere per la lettura della targa. Autostrade per l’Italia utilizza un sistema con spire induttive disposte sotto al manto stradale che rilevano il passaggio del veicolo, a seguito del quale si procede con le riprese tramite telecamere.

Questa differenza era stata presa in considerazione dalla Corte di Appello, ma la soluzione di Autostrade per l’Italia era stata giudicata comunque in contraffazione del brevetto Craft dal momento che secondo la Corte riproduceva, con un sistema tecnicamente equivalente, il “cuore” del brevetto del Sig. Donnini.

Infatti, come noto dalla giurisprudenza, il campo di protezione di un brevetto non si limita alla riproduzione letterale delle caratteristiche rivendicate, ma ricomprende anche soluzioni tecniche ad esse equivalenti.

Ora arriviamo a noi. Tale sentenza d’Appello del 2018 è stata da poco cassata dal momento che, secondo la Suprema Corte, il principio dell’equivalenza tecnica non è stato applicato correttamente in quanto esso andava valutato in riferimento alle diverse soluzioni dello stesso problema tecnico generico e non semplicemente tenendo in considerazione la sola identità del problema suscettibile di essere superato con soluzioni tra loro diverse.

In altre parole, ora la Corte di Appello in diversa composizione si troverà a rivedere la precedente decisione sulla contraffazione valutando se l’uso delle spire induttive, in aggiunta alle telecamere, rientra in ogni caso nella tutela definita dal brevetto della Craft.

In ogni caso, ad oggi non si possono ancora dare giudizi affrettati in relazione a questa vicenda dato che la Cassazione non ha ancora definito se il sistema brevettato da Donnini sia stato o meno contraffatto da Autostrade per l’Italia, pertanto la controversia è ancora lontana dall’esser chiusa.

Vi terremo aggiornati.

© BUGNION S.p.A. – Settembre 2019