Da anni il legittimo Consorzio di Tutela del Prosecco combatte una severa battaglia per tutelare e sensibilizzare il consumatore, specialmente se straniero, educandolo a riconoscere i cosiddetti “fake”.

L’ultima campagna promossa all’estero risale a dicembre 2023 e una in particolare ha destato parecchio clamore.

Si tratta di un’iniziativa strutturata e imponente, che ha visto come protagonista anche la metropolitana di Londra, dove sono stati affissi 880 manifesti.

Per contrastare la vendita di imitazioni di Prosecco, alcune addirittura consistenti in generiche bevande alcoliche frizzanti alla spina, è stato scelto il dirompente claim “This is not Prosecco”.

Figura 1 Alcuni manifesti della campagna a tutela del Prosecco nella metropolitana di Londra

Anche nel manifesto è chiaramente indicato “non chiamarlo Prosecco, se è un comune vino frizzante”.

L’importanza di tutelare il Marchio

Il Consorzio di tutela del Prosecco è da anni molto attivo nella tutela della propria DOC sotto numerosi punti di vista.

Ricordiamo ancora la battaglia di grande risonanza mediatica contro la menzione tradizionale PROSEK, che abbiamo trattato anche noi in un precedente articolo. Un precedente cui ci auguriamo di non assistere più, grazie anche all’emanazione, attesa a breve, del nuovo regolamento che introduce il nuovo sistema unitario ed esaustivo di IG (Indicazioni Geografiche), che protegge le denominazioni di vini, bevande spiritose e prodotti agricoli dotati di caratteristiche, attributi o reputazione legati al luogo di produzione.

Tra le norme del nuovo Regolamento UE sulle DOP e IGP ci sarebbe anche l’eliminazione delle lacune che negli anni scorsi hanno generato i casi dell’aceto balsamico sloveno o cipriota, oltre che del Prosek.

La lotta all’Italian sounding, portata avanti dai nostri europarlamentari dovrebbe facilitare per il futuro la tutela delle DOP e IGP, grazie ad alcuni emendamenti approvati al testo del nuovo regolamento anche se, ovviamente, nulla potrà nei confronti dei casi ancora aperti.

Ed ecco quindi che la forza e lungimiranza dei Consorzi si misura anche nell’attività di tutela della Proprietà Intellettuale, di cui le indicazioni geografiche fanno parte.

Infatti, il Consorzio di Tutela del Prosecco ha all’attivo numerose opposizioni a livello europeo e internazionale contro i marchi “evocativi” della DOC.

In una società sempre più interconnessa, tale attività deve essere ben coordinata con quella pubblicitaria.

Ecco perché, tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, il Consorzio di tutela del prosecco ha sviluppato un’importante campagna di comunicazione crossmediale che ha coinvolto Italia, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Germania, Svizzera e Austria, nella quale il famoso vino è stato protagonista di spot pubblicitari nelle grandi reti televisive nazionali, nelle emittenti radiofoniche, nei social media.

“La campagna di comunicazione avviata nel Regno Unito a dicembre 2023 è stata pensata e messa in atto per tutelare il consumatore. È importante sapere che il Prosecco può essere venduto esclusivamente in bottiglia e che la vendita alla spina di vino denominato Prosecco è un atto fraudolento – le parole riportate da Wine News di Stefano Zanette, Presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco DOC – L’ufficio Tutela lavora quotidianamente, in collaborazione con le autorità locali, al fine di contrastare i continui fenomeni che vedono l’uso indebito del termine “Prosecco” nella vendita di vini frizzanti. L’impegno del Consorzio, considerando la crescente gravità del problema nel Regno Unito, sarà sempre più determinato nei prossimi mesi, per garantire ai consumatori inglesi che quando ordinano “Prosecco” sia servito il Prosecco DOC”.

È quindi evidente che, se i consumatori non italiani confondono il prosecco con un banale vino frizzante, addirittura servito alla spina, esiste la necessità di educare e rendere consapevole il pubblico di riferimento.

Tale assenza di conoscenza e sensibilità è certamente nota a tutti noi Consulenti in Proprietà Industriale e Intellettuale, che quotidianamente lavoriamo per tutelare i diritti delle DOP e IGP dei Consorzi che assistiamo, contro i casi di evocazione e sfruttamento della notorietà delle indicazioni geografiche italiane.

Insospettabilmente, vi sono anche molti consumatori dell’Unione che mancano di istruzione sulle peculiarità e sull’esclusività dei prodotti riconosciuti come indicazione geografica, mentre stupiscono meno i casi al di fuori dall’Unione, dove tale protezione risulta più complessa da salvaguardare

Sebbene le strategie di tutela su iniziativa privata, sommate ai vari accordi internazionali, possano garantire (sulla carta) una tutela adeguata, spesso ci si scontra con la cecità degli Uffici locali.

Continuiamo a lavorare dunque, affinché l’attività sinergica dei Consorzi e delle autorità nazionali possa risultare sempre più efficace per migliorare la situazione sul panorama internazionale.