“OCCHI SPACCANTI”: un marchio (solo) per difendersi dai social.
Il caso Raoul Bova e il marchio ‘Occhi Spaccanti’ apre il dibattito sulla validità dei marchi depositati senza reale intento d’uso.
Il caso Raoul Bova e il marchio ‘Occhi Spaccanti’ apre il dibattito sulla validità dei marchi depositati senza reale intento d’uso.
All’interno di un contesto sociale e culturale in cui si sente parlare di mondo reale e di paralleli universi virtuali, anche la proprietà intellettuale deve evolversi.
In questo scenario, analizziamo l’interessante (e per certi aspetti pionieristica) decisione dell’EUIPO nel caso Artessence FZC vs Vinicio Srl per i marchi “INITIO” e “VINICIO”
Partiti più di un anno fa, giungono ora al rettilineo finale i lavori per una Prassi di Riferimento dedicata alla […]
La saga della famiglia Escobar pare essere giunta al capitolo conclusivo. Non ci riferiamo, stavolta, alla nota serie Netflix basata sulla vita del re del narcotraffico colombiano, bensì al contenzioso che ha visto come protagonisti (ed antagonisti) il marchio dell’UE PABLO ESCOBAR e gli organi giurisdizionali europei.
Lasciamoci alle spalle le immagini idilliache della famiglia del Mulino Bianco che fa colazione mangiando biscotti e sorrisi. Nonostante l’argomento sia “dolce”, infatti, di “dolcezze” non se ne sono affatto scambiate Barilla G e R Fratelli S.p.A., colosso del settore alimentare, e Tedesco S.r.l., impresa di più modeste dimensioni, operante nel medesimo settore.
Tutti gli ordinamenti prevedono un onere d’uso per il titolare del marchio registrato. C’è quindi un periodo successivo alla registrazione (generalmente di cinque anni, che diventano tre in alcune giurisdizioni, ad esempio in Cina) decorso il quale il marchio, se non utilizzato, può subire un’azione di cancellazione da parte di terzi.
Da anni il legittimo Consorzio di Tutela del Prosecco combatte una severa battaglia per tutelare e sensibilizzare il consumatore, specialmente se straniero, educandolo a riconoscere i cosiddetti “fake”.
L’ultima campagna promossa all’estero risale a dicembre 2023 e una in particolare ha destato parecchio clamore.
Circa un anno fa, nel Regno Unito la celebre catena di fast food McDonald’s lanciava una pubblicità che ritraeva due colleghe al lavoro, probabilmente prossime all’ora di pranzo, mentre organizzavano la pausa da Mc. Di recente, questo spot è arrivato anche in Italia, riscuotendo subito un ottimo successo di pubblico.
Dall’“elettrico” all’“alcolico” il passo è breve. Lo avranno pensato in molti, nella lontana Cina, vedendo gli scaffali del negozio di alimentari sotto casa pieni di “Tesla Beer”.
Peccato che l’iconica T raffigurata sull’etichetta della birra cinese non aveva nulla a che vedere con l’innovativa compagnia di auto elettriche creata da Elon Musk.
A pochi mesi dall’acquisizione di Twitter, il nuovo capo ha deciso di dare una svolta epocale per discostarsi dal passato e dalla mentalità legata alla precedente proprietà. E così, in una caldissima serata di fine luglio, Elon Musk ha condiviso con il mondo la volontà di lasciare andare il famosissimo uccellino sostituendo il logo di Twitter con la lettera “X”.
Era il 1864 quando un giovanissimo Jasper Newton Daniel, ai più noto semplicemente come “Jack”, presentò per la prima volta al pubblico il suo whiskey filtrato attraverso carboni d’acero attivi, dal gusto avvolgente e robusto. Nasceva così l’Old No. 7 Tennessee, uno dei distillati più famosi al mondo.
La squadra locale di football della Tasmania entrerà a pieno titolo nella massima competizione di football australiana. Peccato che la formazione rischi di ritrovarsi senza nome, senza logo e senza mascotte: insomma, senza un’identità.
Perché? Tutto a causa di una disputa con la Warner Bros. e, in particolare, con i… Looney Tunes, niente meno.
Chi non conosce il Toblerone? Sapore inconfondibile e packaging iconico con il Monte Cervino in bella vista. Presto la produzione verrà spostata gran parte in Slovacchia. Cosa succederà all’immagine?
“È il Metaverso, bellezza, e tu non ci puoi fare niente”.
Deve aver pensato qualcosa di simile Mason Rothschild, parafrasando la storica battuta di Humphrey Bogart nel film “L’ultima minaccia” (Deadline – 1952) di Richard Brooks, prima del verdetto del tribunale, che ha dato ragione a Hermès nella causa per violazione del Marchio contro l’artista americano.
SC30Inc, la società del campione dei Golden State Warriors, ha depositato allo USPTO il Marchio “Night. Night.”, l’esultanza più copiata tra gli sportivi.
Dopo 22 anni si chiude la battaglia legale di Manolo Blahnik in Cina: il marchio di scarpe reso celebre da “Sex and the city” torna al suo legittimo titolare
Articolo pubblicato in Bugnion News n.52 (Luglio 2021) Da pochi giorni si è disputata la finale del Campionato Europeo di calcio […]